Il 26 giugno 2012, Via Vittorio Veneto, una delle vie più famose e turistiche di Roma, ha aperto le porte ad un nuovo museo della Capitale. Se camminando tra hotel di lusso, rinomati ed eleganti ristoranti e vetrine bellissime vi imbattete nella Chiesa dell’Immacolata Concezione, allora siete nel posto giusto. Il museo di cui vi parlo si trova proprio al suo interno.
Il Museo dei Cappuccini è un ricchissimo archivio storico che ricostruisce e racconta la vita dei frati che hanno lasciato il segno e che sono stati esemplari all’interno dell’ordine stesso. Per conoscere chi sono i Cappuccini che abitano nel convento di Via Veneto, bisogna tornare indietro nel tempo, al 1525. In quell’anno i Cappuccini si sono separati dal gruppo principale dei Francescani, per vivere in modo più autentico e nel rispetto dello spirito e della Regola di San Francesco: volevano tornare alle origini. Indossavano un paio di sandali senza calze, una tunica con un cappuccio per coprirsi la testa in caso di maltempo, ed è proprio da questo cappuccio che deriva il nome dell’ordine. Vivono tutti insieme in case non troppo grandi e, possibilmente, in mezzo al verde della natura, con un bosco silenzioso che favorisca la preghiera e un piccolo orto per il lavoro.
Il museo dunque, attraverso un apposito percorso di visita, tra ricche opere d’arte, oggetti e paramenti liturgici, antichi manoscritti, permette al visitatore di immergersi nella spiritualità e nella cultura di quest’ordine.
Ma il complesso dell’Immacolata Concezione non è solo la meta per recarsi al museo dei Cappuccini. Al suo interno, nei suoi sotterranei, contiene infatti uno dei luoghi più visitati della Capitale, uno dei posti più macabri e particolari di tutta la Città Eterna: il cosiddetto “museo degli scheletri”, la cripta-ossario decorata con oltre 4000 ossa dei frati, raccolte dal cimitero dei Cappuccini tra il XVII e il XIX secolo.
Le ossa decorano le cinque cappelle, impreziosiscono le volte fino al soffitto, rendendo assolutamente insolita e lugubre la cripta e rispettando il gusto per il macabro tipico del Barocco. All’interno delle cappelle è possibile osservare anche alcuni corpi ancora interi di frati mummificati con indosso le vesti tipiche dell’Ordine e, secondo la tradizione, la terra che si trova sparsa in più parti della cripta proverrebbe addirittura dalla Terra Santa.
Non è stato un pazzo, come qualcuno potrebbe pensare, a dare l’ordine di addobbare con teschi, mascelle, tibie e peroni le pareti dei sotterranei della chiesa. Questa scelta, infatti, ha in sé un disegno ben preciso ed è quello di voler esorcizzare la morte e di affermare con assoluta certezza che il corpo è solo un contenitore per qualcosa di più elevato e sublime, l’anima. Dopo la morte, dunque, il corpo vuoto del suo soffio vitale può essere riutilizzato in altro modo, anche a fini artistici, dal momento che al suo interno vi è solamente il nulla.
E voi ci siete mai stati? E se la risposta è no, avreste il coraggio di entrarci?
Articolo di Federica Mancusi
Foto da: guide.supereva.it; www.funweek.it; www.zieak.com