Il Museo delle Anime

Sapevi che sul lungotevere Marzio sorge un Duomo di Milano in miniatura?

Ebbene, la chiesa del Sacro Cuore del Suffragio, con le sue bianche guglie e i suoi cuspidi, ricorda il famoso Duomo; ma non è solo per questa caratteristica che si  aggiudica una pagina sul nostro blog. Questo monumento neogotico infatti accoglie tra le sue mura un  museo particolare: il Museo delle Anime del Purgatorio! Di che si tratta?

Come al solito per capire  bisogna fare un viaggio nel tempo fino all’ Ottocento, quando su quei luoghi sorgeva un antico oratorio rimasto coinvolto in un incendio che lo devastò; una  disgrazia, certo, ma nulla di speciale se non fosse che l’allora sacerdote Victor Jouet scorse tra i resti fumanti la misteriosa impronta di un volto sofferente impressa sopra una delle colonne dietro l’altare. Sconvolto e affascinato dalla scoperta, l’uomo chiese al papa di poter edificare su quel luogo una chiesa ed in seguito si mise in viaggio per l’Europa alla ricerca di altri segni simili, poiché convinto fossero messaggi che le anime del purgatorio destinavano ai vivi; quelle anime chiedevano preghiere e penitenze per espiare i loro peccati.

Oggi recandosi in quella chiesetta sul lungotevere è possibile osservare il risultato delle sue ricerche.

Chiesa Sacro Cuore del Suffragio

Chiesa Sacro Cuore del Suffragio

 

Sacro Cuore del Suffragio-navata centrale

Sacro Cuore del Suffragio- Navata centrale

Impronta di fuoco- libro di preghiere

Impronta di fuoco- libro di preghiere

Roberta Sardo

Foto da: mappae-mundi.tumblr.com, www.06blog.it, purgatorio.altervista.org

 

Margherita d’Austria e la diffusione del suo nomignolo a Roma

Sapevi che il termine Madama era d’uso comune tra i  romani per indicare la polizia?

Le origini del nomignolo risalgono al Settecento, quando papa Benedetto XIV insediò la polizia cittadina presso palazzo Madama; la madama di cui il palazzo prese il nome era Margherita d’Austria che, come moglie di Alessandro de’ Medici, visse in questo palazzo per ben dieci anni.

Il palazzo venne adibito successivamente a sede delle poste pontificie ed oggi ospita il Senato della Repubblica.

Palazzo Madama-sede del Senato

Palazzo Madama-sede del Senato

Margherita d’ Austria

 

Roberta Sardo

Foto da: www.senatoperiragazzi.it, luigisettimi.blogspot.com

Il prodigioso crocifisso di San Marcello al Corso

Sapevi che la Chiesa di San Marcello ospita un crocifisso realizzato da un sadico artista?

Una macabra storia narra che nel XIV secolo uno scultore decise di realizzare un crocifisso in legno ma, sentendosi insoddisfatto del risultato finale, escogitò un raccapricciante espediente per dare più realismo all’opera. Come?  Uccise nel sonno un povero carbonaio e ne catturò l’agonia traducendola nella scultura lignea. Con ogni probabilità la leggenda è volta a spiegare l’estremo realismo del volto sofferente di quell’opera, ora visibile nella quarta cappella a destra della chiesa di San Marcello al Corso.

Ma questo non è tutto poiché dal 1519  sono attribuiti a questo crocifisso grandi miracoli e prodigi!

Si narra che nel maggio nello stesso anno la chiesa venne distrutta dalle fiamme e  il crocifisso,  appeso sopra l’altare centrale, fu l’unica opera a rimanere intatta; tre anni più tardi, l’avvento della peste a Roma spinse il papa ad affidarsi al crocifisso  portandolo in processione fino a San Pietro; 16 giorni dopo il contagio terminò.

Chiesa di San Marcello

Chiesa di San Marcello

Roberta Sardo

Foto da: www.abitarearoma.net

 

Il pozzo delle fattucchiere

Sapevi che i Romani credevano nell’esistenza di alcuni luoghi dove più facilmente i vivi entravano in comunicazione con il mondo degli inferi? Piazza Euclide è uno di questi!

Siamo nel 1999 quando in un parcheggio sotterraneo a Piazza Euclide vennero ritrovati i resti di un pozzo del II secolo d.C. dedicato alla divinità Anna Perenna. Se già di per se il ritrovamento fu sorprendente, quello che vi si trovò all’interno lo fu ancora di più; sul fondo del pozzo infatti giacevano 22 piccole placche in piombo dette “tabellae defixionum” ovvero vere e proprie maledizioni con incisioni verbali e simboliche (le scritte riportano il nome della persona a cui sono rivolte ed augurano sciagure di ogni sorta).

Accanto alle tabellae sono state ritrovate anche 14 piccole capsule contenenti delle statuine che possono a ragione essere considerate delle antesignane “bambole voodoo” dell’antica Roma; il pozzo ha restituito anche una grande quantità di monete, segno che la tradizione di gettare denari all’interno di pozzi e fontane ha evidentemente radici piuttosto remote.

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Tabellae defixionum

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Veduta dall’alto di Piazza Euclide

 

 

Roberta Sardo

Foto dawww.bastacartelloni.itwww.volovirtuale.com

La Girandola di Castel Sant’Angelo

Sapevi che  il 29 giugno, in occasione della festa dei Santi Pietro e Paolo (patroni di Roma), Castel Sant’Angelo diventa il fulcro si uno spettacolo pirotecnico chiamato Girandola?

La tradizione è stata introdotta nel 1481 per volontà di papa Sisto IV  e da questo momento viene utilizzata per celebrare le festività e gli eventi religiosi importanti. I fuochi iniziavano dai torrioni laterale per poi concludersi nella parte centrale della struttura, dove l’edificio è più alto.

Girandola cs

Questo spettacolo, chiamato “La Maraviglia del Tempo”, richiamava spettatori da tutta Europa ed era uno degli eventi più significativi di Roma.

Dal 1861 l’evento non veniva più effettuato, ma da qualche anno a questa parte questa tradizione è stata ripresa. Grazie al supporto di tecnologie all’avanguardia si riproduce l’evento così come era nel corso dei secoli.

Perciò questa sera alle 21:30 potrete godervi questo meraviglioso spettacolo, oggi come 500 anni fa.

La Girandola oggi

La Girandola oggi

 

Articolo di Federica Ponza

L’altare di Proserpina e Dite e la porta di accesso agli inferi

Sapevi che la chiesa conosciuta come Chiesa Nuova si chiama in realtà Santa Maria in Vallicella? Che origini ha questo nome?

L’antica chiesa settecentesca era chiamata di Vallicella poiché all’origine sorgeva su un fumante avvallamento paludoso di origine vulcanica.

Fin qui nulla di atipico ma, cosa sarebbe la nostra curiosità senza il pepe del mistero? Anche la Chiesa di Santa Maria in Vallicella racchiude infatti tra le sue mura delle leggende!

I Romani credevano che la palude, in prossimità della quale sorgeva la chiesa, fosse la porta di accesso agli inferi e questo non solo per gli effluvi che la palude emanava, ma anche perché  a fine Ottocento venne ritrovato nelle viscere della terra un altare dedicato a Proserpina e Dite, gli Dei Romani degli inferi. La paura che questo luogo suscitava era diffusa, tanto che la popolazione locale per esorcizzarla incise su di una vecchia fontana antistante l’edificio, una scritta ormai malridotta: “Ama Dio e non fallire, fa del bene e lassa dire”. Ancora oggi avvicinandosi a quell’antica fontana è possibile leggere queste parole.

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Chiesa Nuova

 

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La fontana

Roberta Sardo

 

Foto da: laboratorioroma.it

La “Forma Urbis” e il backup ante litteram

Sapevi che in via dei Fori imperiali, alla destra della basilica dei Santi Cosma e Damiano, si trovava una gigantesca mappa di Roma antica?

Oggi di questa mappa non resta che un muro bucherellato, ma nel 200 d.C. lì era stata costruita una “Forma Urbis”, alta ben tredici metri e lunga diciotto suddivisa in circa centocinquanta tasselli applicati sul muro per mezzo di perni (ecco spiegati i buchi che vediamo oggi).

La mappa serviva, probabilmente, come archivio catastale delle proprietà e dei confini di Roma; certo la consultazione, come anche l’eventuale modifica, era alquanto complessa visto che le informazioni erano incise sul marmo, per questo motivo si crede che ne esistesse una copia su papiro e che la versione in marmo funzionasse come un backup ante litteram in caso di danneggiamenti della versione su papiro.

Ad oggi  di tutti quei tasselli ce ne pervengono solo 1189, i rimanenti sono oggetto di ricerca di appassionati archeologi.

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Fori Imperiali

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Un tassello della “Forma Urbis”

Roberta Sardo

Foto da: www.shakespeareinitaly.it www.info.roma.it

La visione di Augusto e “l’Altare del Cielo”

Sapevi che nella Chiesa dell’Ara Coeli si trova un reperto che lega l’impero romano all’origine della chiesa cristiana?

Dopo aver salito i ripidi gradini che precedono l’ingresso, entrare nella chiesa non è solo uno spettacolo, ma riserva anche un enigma al visitatore; sulla terza colonna a sinistra è possibile, con un po’ di attenzione, scorgere un’incisione che recita: “ A cubiculo augustorum” che vuol dire “Dalla stanza degli augusti” segno questo, che indica la provenienza della colonna proprio dalla casa dell’imperatore. Qual’ è il nesso?

La chiesa dell’Ara Coeli, che significa “Altare del cielo”, sorge su un l’altare che l’imperatore fece edificare in onore di un misterioso “Signore del Cielo” in seguito ad una visione avuta, proprio nella sua stanza, pochi anni prima della nascita di Gesù; la nitida visione aveva ad oggetto una donna che gli annunciava l’arrivo del Signore dei Cieli.

Augusto non poteva immaginare chi fosse quel misterioso “Signore”, ne che esso avrebbe scosso alle fondamenta l’impero di cui era a capo, ma quella visione lo coinvolse a tal punto da fargli edificare un altare in onore del cielo; su quell’altare ora sorge la chiesa  dell’Ara Coeli.

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Chiesa dell’Ara Coeli

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Colonna con incisione

Roberta Sardo

Foto da:it.wikipedia.org, romaleggendaria.blogspot.com

Il sepolcro di Elio Callistio già “Sedia del Diavolo”

Sapevi che tra l’intricato tessuto stradale del quartiere africano, in una piazza che prende il nome di Elio Callistio, sorge un sepolcro chiamato “Sedia del Diavolo”?

Il sepolcro, dedicato allo schiavo liberato Elio Callistio, ha infatti la forma di un grande trono che, leggenda vuole, sia stato fatto apparire dal re degli inferi per accomodarsi nella città santa.

Si tratta solo di fantasie, certo, ma hanno un fondamento di vita reale!

Nel Medioevo Piazza Elio Callistio era un covo di briganti e prostitute e lì si compivano orge, samba e riti occulti insomma, un luogo degno di Satana soprattutto quando, la notte, le luci dei falò si accendevano al suo interno donandogli un aspetto spettrale.

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Targa in marmo di Piazza Elio Callistio

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Sepolcro di Elio Callistio

Roberta Sardo

Foto da: www.06blog.it, www.tripadvisor.it

I fantasmi del Muro Torto

Sapevi che il Muro Torto è considerato, da tempo immemore, come un luogo infausto, infestato da spiriti e maledetto?

L’omonimo muro trova la sua collocazione su Viale del Muro Torto ed è quello che resta di un’antica villa risalente a circa venti secoli fa; ciò che da al muro l’appellativo di “torto” è  la sua caratteristica sporgenza  di circa un metro rispetto alla base che plasma la conformazione del viale sul quale è sito, creandovi una curva stretta conosciuta come “curva della morte”.

Le leggende sulla sua inclinazione si susseguono nei secoli e una fra tutte imputa le sue forme pendenti ad un fulmine che colpì il muro il giorno esatto della crocifissione di Pietro. Altre leggende macabre però ammantano il posto di un alone di mistero; pare infatti che il muro sorga su di un cimitero sconsacrato a cui fino al 1800 erano destinati i corpi dei condannati a morte e delle donne di malaffare, i cui spiriti aleggiano ancora in prossimità del muro tant’è che alcuni giurano di avervi visto dei fantasmi con la testa mozzata.

Non vi basta? Ci sono informazioni ancora più recenti, sempre non piacevoli: all’inizio del 1900 molte persone, come soggiogate dall’influenza nefasta di questo muro (anche definito “malo”), sceglievano questo punto per gettarsi nel vuoto e mettere così fine alla propria vita. Per fermare questa assurda epidemia di suicidi si decise di mettere delle reti metalliche “dissuasive”.

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Stampa antica ritraente il Muro Torto

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Il Muro Torto

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Viale del Muro Torto

Roberta Sardo

Foto da: www.info.roma.it,www.roma2oggi.it,www.catoneilcensore.com